12 marzo 2024

«Per l’unità della cultura». L’attività culturale ed espositiva delle librerie Feltrinelli

Inaugurazione della mostra di fototavole alla libreria Feltrinelli di via Manzoni a Milano, 4 giugno 1965. Fotografia di Tino Petrelli – Publifoto ©Archivio Storico Intesa Sanpaolo

Tra la fine degli anni Cinquanta e il principio degli anni Sessanta, con l’apertura della prima libreria a Pisa (1957) e poi con le successive inaugurazioni dei punti vendita di Milano, Genova, Firenze, Bologna, Roma, Trieste, le librerie Feltrinelli si configurano come spazi liberamente aperti al pubblico, caratterizzati dalla vendita a libero servizio (una novità assoluta) e da una moderna concezione di presentazione dei libri, che vengono esposti di piatto anziché di costa.

L’attenzione al dato visivo riservata all’oggetto editoriale trova un significativo complemento nella programmazione artistica, musicale e performativa attuata nelle diverse sedi, in particolare tra il 1962 e il 1969. Le librerie vengono infatti pensate non esclusivamente come ambienti legati alla vendita di libri, ma anche come spazi performativi, luoghi di dialogo internazionale e di sperimentazione interdisciplinare, in direzione di quella «unità della cultura» sistematicamente ricercata dal mondo intellettuale dell’epoca.

Le due giornate di studio, «Per l’unità della cultura». L’attività culturale ed espositiva delle librerie Feltrinelli dal 1962 al 1969, si prefiggono dunque di gettare nuova luce sugli spazi ibridi, al margine fra editoria, galleria d’arte, luoghi performativi che costellano gli anni Sessanta, adottando come punto di vista privilegiato il caso studio delle librerie Feltrinelli, diffuso su tutto il territorio nazionale. Il convegno, nato dalla collaborazione fra la Sapienza Università di Roma e il Centro Apice dell’Università degli studi di Milano, e con il Patrocinio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, si terrà nelle giornate del 21 e del 22 marzo presso l’Aula di Archeologia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo Romano.

I lavori saranno aperti dai rappresentanti delle tre istituzioni coinvolte: Francesca Gallo, responsabile del Progetto di Ricerca di Ateneo Sapienza Università di Roma, Territori della performance art: percorsi italiani 1965-1982, nell’ambito del quale si inserisce il convegno; Paolo Rusconi, coordinatore scientifico del Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano; Massimiliano Tarantino, Direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Direttore della comunicazione del Gruppo Feltrinelli.

Attraverso i contributi di studiosi di diversa formazione – storici dell’editoria, dell’arte, della letteratura, del teatro, e musicologi – verranno esplorati i maggiori momenti di dialogo fra le pratiche e i lessici delle neoavanguardie che trovarono ospitalità nelle sedi Feltrinelli, in particolare in quelle di Milano, Trieste, Firenze e Roma. La volontà è di avviare un dibattito in un campo di ricerca ancora scarsamente esplorato, dove le attività editoriali si combinano con la promozione delle nuove ricerche estetiche internazionali. Per tale ragione, le due giornate di studio si apriranno proponendo la ricostruzione storica della visione editoriale di Giangiacomo Feltrinelli e della sua sensibilità verso la cultura contemporanea, mentre si concluderanno inserendo i casi-studio di diverse sedi delle Librerie Feltrinelli all’interno di contesti più ampi, dove le libro-gallerie e gli spazi alternativi diventano luoghi attivi di produzione culturale, di sperimentazione e di manifestazione del dissenso giovanile. Adottando differenti metodologie e una pluralità di visioni disciplinari, si restituirà così un tassello della storia della diffusione artistica e culturale propria degli anni Sessanta, in una prospettiva tanto nazionale quanto internazionale.

 

Martina Rossi e Livia De Pinto
Sapienza Università di Roma

 

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