L’archivio Hoepli ad Apice. La memoria di una casa editrice vivente
XXV anni di lavoro editoriale. Catalogo cronologico, alfabetico-critico, sistematico e per soggetti delle Edizioni Hoepli 1872-1896 è il primo attestato della avvenuta storicizzazione della casa editrice. Il volume raccoglie oltre 1600 volumi pubblicati tra il 1872 e il 1896 con una scheda bibliografica a cura di Giuseppe Fumagalli, direttore della Biblioteca Braidense (e autore della casa editrice), a cui si aggiungono alcuni estratti della rassegna stampa. Il volume è preceduto da un saluto dell’editore e da un testo di Gaetano Negri, già sindaco di Milano, autore di vari volumi memorialistici per Hoepli, ma passato alla storia per aver tradotto, o meglio, ritradotto in versi in rima baciata il Pierino Porcospino (1891), un volume letto da generazioni di bambini e ancora oggi in catalogo. Attorno a quella data risalgono le prime corrispondenze con gli autori che si sono conservate nell’archivio Hoepli.
Per una casa editrice in attività come la nostra non è facile voltarsi indietro e misurare il cammino fatto fin qui. Ci sono le occasioni giubilari, l’ultima nel 2020 quando, in piena pandemia, abbiamo celebrato i 150 anni di vita con l’Album Hoepli 1870-2020, ma uno studio sulla nostra storia è stato finora compiuto solo da Enrico Decleva in Ulrico Hoepli 1847-1935, editore e libraio (2001). Decleva, storico di razza, studiò i cataloghi Hoepli e incaricò il sottoscritto di cercare cosa restava nell’Archivio Autori, sito nel sotterraneo del magazzino Hoepli di via Mameli 13, un edificio che entrò in funzione nei primi anni del Novecento e ancora oggi in uso. Il risultato del carotaggio aiutò la ricerca mettendo in luce alcuni nuclei tematici come i carteggi relativi alla gigantesca Storia dell’Arte italiana, opera quarantennale (1901-1941) in venticinque volumi di Adolfo Venturi, la prima con un apparato di immagini. Oppure la corrispondenza con Michele Scherillo, un italianista di scuola crociana, oggi pressoché dimenticato, ma che è stato un personaggio pubblico importante della Milano tra le due guerre, una sorte di portavoce di Hoepli nelle occasioni importanti. Fu lui a scrivere l’introduzione al Catalogo cronologico e alfabetico per autori e materie delle Edizioni Hoepli 1872-1922. Interessante è anche la corrispondenza con Alfredo Panzini, letterato e autore del Dizionario moderno (1905), il primo volume a raccogliere i neologismi della lingua italiana, proseguito poi con nuove edizioni da due grandi linguisti come Bruno Migliorini e Alfredo Schiaffini. Non ho fatto cenno alla cultura scientifica o a quella pratica, che costituiscono il cuore dei Manuali Hoepli, la collana principale della casa editrice. È in realtà un campo di studi che dev’essere ancora affrontato sistematicamente e di cui qualche indicazione si trova nell’introduzione di Tullio De Mauro a Alessandro Assirelli, Un secolo di Manuali Hoepli 1875-1971 (Hoepli, 1992).
L’Archivio Autori è sempre stato aperto alle richieste degli studiosi che hanno ricostruito, ad esempio, i rapporti che hanno portato alla traduzione di Spazio, tempo ed architettura (1954) di Sigfried Giedion, oppure singole ricerche su personalità come Nervi, Desio, Barzini, ma l’archivio rimane perlopiù ancora inesplorato e ricco di aree, la stessa ingegneria ad esempio, che attendono di essere studiate. L’Archivio comprende 1700 autori tra cui circa 200 stranieri e una settantina di autrici donna. Ogni cartella, relativa all’autore e al singolo libro, contiene materiali eterogenei come la corrispondenza con l’autore, i rendiconti, le liste omaggi, qualche ritaglio stampa, oppure, nei casi di ristampa, notizie sulla tiratura. Bisogna anche considerare che Ulrico Hoepli aveva la sua scrivania all’interno della libreria e molti rapporti, per esempio con Giuseppe Colombo, avvenivano quasi sicuramente in incontri informali. Quindi non bisogna stupirsi che manchino all’appello corrispondenze con autori che uno si immagina di trovare classificati.
Ora che l’archivio è nelle competenti mani del Centro Apice, tocca agli studiosi affrontare quel mare magnum in cui navighiamo da più di 150 anni. Sarebbe bello che, oltre alle ricerche su singoli autori, emergesse il metodo di lavoro trasmesso dal fondatore ai suoi eredi: una curiosità a 360 gradi, una costante fiducia nei progressi della scienza e della tecnica, il cosmopolitismo costitutivo, l’obbligo di fare libri utili come i Primi elementi di lingua francese di G.S. Martin, il primo titolo che il ventiquattrenne Ulrico Hoepli pubblicò nel novembre 1871.
In bocca al lupo!
Alberto Saibene
Editor e responsabile dell’archivio storico Hoepli