04 maggio 2025

Cosa c’è nel centro di Milano. Una guida per ragazzi nell’archivio di Pinin Carpi

Cosa c’è nel centro di Milano, Pinin Carpi, 

Le guide turistiche per bambini e ragazzi sono oggi facilmente acquistabili in libreria – l’esempio più conosciuto è forse quello delle guide della Pimpa, la celebre cagnolina disegnata da Altan che nel 2025 compie cinquant’anni. Ma negli anni Ottanta del Novecento non era così, almeno per quanto riguarda l’Italia: fu Pinin Carpi, autore per bambini all’epoca già consacrato al successo da libri come Cion Cion Blu, a proporre un primo titolo: Cosa c’è nel centro di Milano, una mappa e guida per ragazzi dedicata alla sua città.

Carpi non era nuovo a esperimenti pionieristici che, se all’epoca non ebbero imitatori, nel giro di dieci o vent’anni sarebbero diventati veri e propri sottogeneri del libro per ragazzi, presenti nei cataloghi di moltissimi editori. Basti pensare a “L’Arte per i bambini”, collana pubblicata tra il 1973 e il 1993 da Vallardi, una serie di libri dedicati ciascuno a un pittore della storia dell’arte, con un intento tutt’altro che didattico o divulgativo: i dipinti dell’artista scelto costituivano semplicemente illustrazioni intorno alle quali Carpi costruiva una storia frutto della propria immaginazione, dall’Isola dei quadrati magici, scritta intorno alle opere di Paul Klee al Silenzio abitato delle case, illustrata dai dipinti di Jan Vermeer. Alla base di questa scelta vi era l’idea che il primo approccio dei più giovani alla storia dell’arte dovesse essere libero e creativo, svincolato da intenti didascalici; alla componente didattica era dedicata solo una breve biografia dell’artista oggetto del volume. Chiunque frequenti bookshop museali sa che i libri di arte per bambini oggi costituiscono una produzione vasta e multiforme, con collane diverse destinate a diverse fasce d’età. Senza dubbio, nei venti trent’anni successivi all’avvio della collana di Carpi, il mercato italiano del libro per ragazzi, grazie, tra le altre cose, a un vivo interscambio con l’editoria internazionale, è andato via via ampliandosi, finendo per diventare il settore trainante dell’editoria italiana (dati ISTAT 2019, Osservatorio Kids Associazione Italiana Editori 2025).

In un simile contesto è facile spiegare la vastità e varietà dei titoli in catalogo, tra cui anche le guide turistiche per ragazzi a cui si accennava in apertura; e anche in quest’ambito, come anticipato, Carpi fu un pioniere.

Nell’archivio di Pinin Carpi esiste infatti un progetto, rimasto sulla carta, per “una collana di guide delle città italiane per bambini e ragazzi dagli 8 ai 15 anni”, forse sorto intorno a una prima esperienza, che invece vide la luce, la già citata mappa dal titolo Cosa c’è nel centro di Milano, ideata negli anni Ottanta del ventesimo secolo, a cui Giorgia Signori ha recentemente dedicato la sua tesi di laurea triennale in Scienze dei beni culturali. La chiave del progetto di Carpi era l’esplorazione autonoma della propria città da parte dei bambini. Stando ai documenti conservati, Roberto Denti e Gianna Vitali, fondatori, nel 1972, della Libreria dei ragazzi di Milano e amici di Carpi, furono coinvolti nel progetto, anzi, probabilmente ne furono gli ideatori, con l’intento di promuoverlo presso il comune di Milano, dopo averne verificato l’interesse presso l’allora sindaco Carlo Tognoli.

La guida parrebbe aver visto la luce nel 1988, ad Apice non ne è però conservato alcun esemplare. Sembrerebbe di trovarsi di fronte a un fantasma bibliografico – un’edizione progettata e forse anche pubblicizzata, ma di cui non si trovano esemplari, la qual cosa fa dubitare che il lavoro sia stato davvero portato a compimento. Oppure, se il libro è stato realizzato – come ritengono la figlia di Carpi e un altro testimone – una bassa tiratura, insieme allo statuto bibliografico particolare di questo oggetto, che non può dirsi propriamente un libro, trattandosi di una carta geografica ripiegata corredata di testi e illustrazioni, hanno contribuito alla sua mancata conservazione: nelle biblioteche interrogabili tramite Opac SBN questa edizione non è rintracciabile. Esiste però un’edizione più recente, sempre in formato di carta geografica, pubblicata nel 2003 dalla Libreria dei ragazzi. Si trattò in questo caso di un’operazione collettiva, a cui presero parte diversi autori e autrici, redattori e redattrici, alcuni dei quali molto noti nell’ambito dell’editoria per ragazzi, forse con l’intenzione di dare vita a un omaggio a Carpi, ormai ottantatreenne. Dal canto suo, l’autore si occupò di scrivere il testo introduttivo, che traccia per sommi capi la storia della città di Milano in un linguaggio semplice e rivolgendosi direttamente ai destinatari del volume: “È meglio che vi spieghi un po’ cosa rappresentano le scene che vedete intorno alla pianta della mia cara Milano”.  A Carpi sono attribuibili anche le illustrazioni, di copertina e dei luoghi segnalati; le descrizioni furono redatte da Francesca Bandel e poi riviste da Carpi. I quarantasette punti di interesse sono selezionati non solo sulla base di un criterio storico-artistico, che è ben presente (tra le tante citiamo le colonne romane, il monumento alle Cinque Giornate, casa Manzoni), ma anche in relazione ai possibili interessi dei bambini, si pensi all’Acquario civico o al Civico museo di storia naturale; non poteva poi mancare un approfondimento dedicato alla Libreria dei ragazzi. Anche le descrizioni, per quanto spesso molto asciutte, strizzano l’occhio al lettore bambino: a Villa Belgioioso “il Giardino è aperto agli adulti solo se accompagnati da bambini fino a 12 anni”, della sede della biblioteca comunale del Parco Sempione si segnalava la presenza di una sezione ragazzi, cosa all’epoca non scontata.

Carpi lavorò in una fase della storia della pedagogia e del libro per ragazzi in cui l’incontro con i bambini costituiva un’occasione creativa, talora trasformando i giovani lettori a co-autori di alcune tra le storie destinate agli scaffali delle librerie; nella mappa di Milano non si arriva a tanto, in ogni caso, scorrendo Cosa c’è nel centro di Milano, sembra di capire che Carpi volesse fornire ai ragazzi uno strumento per l’esplorazione autonoma della propria città, non, come ci aspetteremmo oggi, una lettura da fare prima o durante una vacanza o una gita in famiglia. Ciò si deve indubbiamente al contesto dell’epoca, ma è bello pensare che la guida sia stata anche un omaggio ai bambini di Milano, che l’autore incontrava di frequente nelle scuole, alla Libreria dei ragazzi e in altri spazi – incontri documentati nelle lettere e disegni che i bambini gli inviavano, anch’essi conservati ad Apice nel suo archivio “pieno di colori”.

 

Elisa Marazzi e Giorgia Signori
Università degli Studi di Milano

 

Pinin Carpi