15 luglio 2020

L’Italia vista dal viaggiatore Mario Soldati

Fra i ricchi materiali conservati ad Apice nel Fondo Mario Soldati c’è una fotografia che ritrae lo scrittore torinese con una bacchetta da maestro in mano, mentre si sporge a indicare qualcosa sulla grande mappa dell’Italia settentrionale appesa alle sue spalle. È il setting su cui si apriva Viaggio nella valle del Po. Alla ricerca dei cibi genuini, l’innovativo reportage per raccontare l’Italia agli italiani che Soldati realizzò per la RAI fra il 1957 e il 1958, e che sarà seguito, un paio d’anni dopo, dal gemello Chi legge? Viaggio lungo il Tirreno, dedicato questa volta al rapporto fra gli italiani e la lettura (cioè per così dire alla loro “dieta” mentale). Se queste due trasmissioni fissano nell’immaginario del grande pubblico il profilo vivace e gesticolante del Soldati “proto-gastronauta” che attraversa paesi e contrade dello Stivale – alternando una lettura da Da Quarto al Volturno di Giuseppe Cesare Abba alla celebrazione della “panissa” vercellese –, la sua instancabile verve di perlustratore e narratore dell’Italia in trasformazione ha un precedente. Pur entro una ben diversa cornice di intenti e toni, Fuga in Italia del 1947 è il diario di un’avventurosa traversata in bicicletta da una Roma ancora occupata verso una Napoli già liberata dagli Alleati.

“Viaggio nella valle del Po”, il famoso viaggio a puntate enogastronomico degli anni ’50

Da allora il motivo del viaggio in Italia ha continuato ad ispirare tante altre sue pagine letterarie, dai pezzi scritti per il “Corriere” e poi riuniti in La messa dei villeggianti (1959) ai Notes composti per il “Giorno” e poi confluiti nei diari in pubblico Un prato di papaveri (1973) e Lo specchio inclinato (1975), fino al sorprendente “viaggio da fermo” compiuto da un Soldati ormai quasi ottantenne in L’avventura in Valtellina (1985). Anche se l’opera che forse più di ogni altra riprende e rilancia lo spirito del primo reportage televisivo è costituita dai tre poderosi e vivacissimi volumi di Vino al vino. Alla ricerca dei vini genuini, usciti fra il 1969 e il 1977.

Qui il racconto dei luoghi e delle voci di un’Italia che giorno per giorno, e palmo a palmo, muove veloce i suoi passi verso la piena modernizzazione ma anche conserva tante “isole resistenti” di pratiche prodotti saperi tradizionali, è mediata dalle appassionate detections alla ricerca dei vini “senza etichetta”, non ancora “corrotti” dalle ferree leggi della standardizzazione industriale. Vini sulle cui tracce Soldati si incammina, spesso, anche solo a partire dalla suggestione di un ricordo, un racconto, un nome… Del resto già nella prima puntata del Viaggio nella valle del Po, fantasticando sul nuovo tour che, potendo scegliere, gli sarebbe piaciuto intraprendere, Soldati confessava che alla pur fascinosa prospettiva di quel soggiorno in Cina che gli era stato appena proposto, avrebbe preferito… rifare ancora l’itinerario che aveva appena concluso. Perché gli erano rimaste delle curiosità: ad esempio alla fine non aveva avuto il tempo, questa volta, di assaggiare quel vinello, quel vino bianco secco che si produce vicino a Pinerolo, in Val del Grisone, di cui gli aveva parlato tante volte il suo amico, il professor Richelmy: il “vin del Fort”…

 

Stefano Ghidinelli
Università degli Studi di Milano