10 maggio 2021

Le carte di Giovanni Giudici: tra la scrittura e il mondo

Giovanni Giudici – Foto Archivio Giudici

Giovanni Giudici aveva dato lui stesso indicazione, negli ultimi anni di vita, di dare al Centro Apice, che era stato da poco fondato, i materiali della sua lunga attività; il gesto era la testimonianza della stima nei confronti del Centro, e, gli studiosi, grazie a questa scelta, possono ora contare su un archivio che raccoglie in un’unica sede numerose carte preziose. Non tutte: nel corso della sua vita Giudici aveva regalato a vari amici manoscritti e dattiloscritti, che spesso recavano versi con stesure differenti rispetto alla redazione mandata poi in stampa. In case private sono dunque conservati dattiloscritti di intere raccolte e singole carte, gli uni e le altre non ancora censite, nonostante l’importanza che avrebbe per gli studi la conoscenza delle diverse collocazioni di questi materiali. Delle carte di Salutz, per esempio, a detta di Giudici date a suo tempo a un critico amico, non si ha più notizia, e sembrano scomparse. Anche varie lettere del ricco epistolario dello scrittore sono sparse in vari luoghi, e alcune sono in archivi privati, non accessibili per la gelosia dei possessori.

Sarebbe dunque auspicabile un censimento di tutti gli autografi esistenti dei testi di Giudici, magari da collocarsi proprio nel sito di Apice, dal momento che il Centro possiede il più alto numero di carte del poeta.

Quello delle carte è un tema cruciale per gli studi degli autori contemporanei, e soprattutto per la critica che segue le fasi della scrittura: le correzioni, le aggiunte, le sottrazioni che si registrano sulle carte o nel passaggio da una carta all’altra non sono solo «i pentimenti» dell’autore, come venivano definiti a cavallo tra Sette e Ottocento, ma interventi che illuminano non tanto (o non solo) i tempi della composizione di un testo, dalla genesi alla redazione finale, quanto, molto spesso, il cambiamento di un’idea, lo spostamento da un punto di vista a un altro.

È per questo che, per ricordare i dieci anni della morte del poeta, è stato organizzato da Apice un seminario intitolato Le carte di Giovanni Giudici: tra la scrittura e il mondo. Sette giovani studiosi sono stati chiamati ad approfondire alcuni aspetti della poesia e della prosa del poeta, del suo rapporto con le case editrici e delle sue collaborazioni ai giornali: sullo sfondo del seminario i materiali d’archivio, l’interrogazione dei quali dà sempre risposte feconde.

 

Alberto Cadioli
Università degli Studi di Milano