27 gennaio 2022

Giorno della memoria – La lettera del soldato americano: “Carpi è vivo”

La lettera del soldato americano

 

Il 17 maggio del 1945 il soldato della U.S. Army Edgar V. Nash inviava alla signora Maria Carpi Arpesani una lettera: poche parole, ma le più importanti che si potessero scrivere. “Cara signora, ho visto suo marito, Aldo Carpi. È vivo e sta bene. Dipinge quadri”. Proprio in quei giorni il pittore e futuro direttore dell’Accademia di Brera, annotava nel suo famoso “Diario” che un giovane americano aveva trovato dei colori e glieli portava spontaneamente (p. 157), e ancora il 18 maggio scriveva: “Devo anch’io far sapere che sono vivo” (p.158). È probabile dunque che fu proprio questa lettera a portare la notizia a casa Carpi.

Questa testimonianza eccezionale è conservata ad Apice nell’archivio Pinin Carpi, figlio di Aldo. Il fondo infatti, oltre a contenere documenti relativi all’attività dello scrittore e illustratore Pinin Carpi, raccoglie anche documenti del padre: taccuini e scritti degli anni ’30 e materiale relativo al “Diario di Gusen”, pubblicato da Garzanti nel 1971.

Aldo Carpi era stato arrestato dai fascisti nel 1944 e deportato a Mauthausen e a Gusen, dove scrisse di nascosto, su foglietti, con scrittura minuscola, uno sconvolgente diario. Si salvò grazie al suo talento di pittore, scoperto occasionalmente da un ufficiale del campo di concentramento: trascorse così la sua prigionia in condizioni relativamente migliori, impegnato a ritrarre i volti degli artefici dell’orrore che stava vivendo.