10 giugno 2021

Gio Ponti. Aria

Copertina di “Aria d’Italia” – Estate Mediterranea, 1940, Fondo Marengo

Al Centro Apice è conservata la rivista “Aria d’Italia” ideata e pubblicata da Daria Guarnati dal 1939 al 1941 in sette fascicoli con periodicità trimestrale e caratterizzata da un raffinato montaggio di testi e immagini. Ogni numero ha un riferimento stagionale, al quale si aggiunge (salvo per il primo Inverno 1939) un titolo specifico. La creazione del primo numero si può seguire attraverso un fitto carteggio tra la Guarnati e Gio Ponti, interlocutore privilegiato, che realizzerà per la rivista tre copertine, numerosi articoli e illustrazioni, consolidando un legame intenso e profondo, come sottolinea Lisa Licitra Ponti nel secondo quaderno di Apice dedicato alla rivista: “Se a Parigi nascevano riviste d’arte come ‘Verve’ e  ‘Minotaure’, con Daria e Gio nascerà ‘Aria d’Italia’, la più italiana della riviste parigine, la più parigina delle riviste italiane e punto di incontro – in anni di isolamento – fra artisti e scrittori italiani/parigini come de Pisis, Cocteau, Malaparte …”.

Estate mediterranea è il terzo fascicolo dell’estate 1940 costruito attraverso un fil rouge che lega articoli e immagini alla stagione, di conseguenza alle vacanze e soprattutto al mare italiano. La copertina riproduce un acquerello di Ponti pensato per la rivista e diviso in quattro parti che rappresentano una bandiera italiana, un’ancora, un’anfora e un pesce. Una doppia pagina al centro riecheggia la copertina. Con il titolo Legge mediterranea: tutto al mare deve essere coloratissimo sono raffigurate quattro donne che riprendono, in un tipico gioco pontiano di rimandi tra le riviste, la stilizzazione di quelle già disegnate per l’articolo Una piccola casa ideale, pubblicato su “Domus” nel giugno 1929.

Per Estate mediterranea Ponti scrive anche due articoli. Siglato solo con la “P” è quello dedicato alle Sirene – un tema a lui molto caro – stampato su una fotografia di Giuseppe Pagano con due moderne veneri marine sdraiate sulla spiaggia: “Chi non conosce le sirene? Tutti ne abbiamo sentito parlare sin dall’infanzia”. Il secondo è battuto a macchina, impaginato su carta trasparente e inserito tra due pagine che raffigurano una targa di automobile, molto probabilmente la sua. Si parla di strade da percorrere per spostarsi da un luogo all’altro, che sono anche metafore della vita: lunghe, corte, facili o tortuose. In primis l’autostrada, “mezzo elastico e indipendente d’una meccanica complicata e raffinata e di un’arrendevolezza quasi sensuale…”.

 

Silvia Bignami
Università degli Studi di Milano